I cosmetici hanno una data di scadenza? Quanto dura un mascara? E una matita per occhi? Rossetti e fondotinta? Quanto tempo si possono conservare i prodotti per il maquillage, spesso pagati a peso d’oro e perciò usati a lungo (pure troppo, finchè si può)? Adesso più che in passato, infine, ci si chiede in che modo disinfettare efficacemente pennellini e spugnette da trucco per seguire le giuste regole igieniche e mantenerli puliti più a lungo. Ecco cosa c’è da sapere.

Nel settore cosmetico le normative e gli standard di sicurezza sono elevati e stabiliti da tempo. In via generale, i prodotti di bellezza hanno una durata superiore ai 30 mesi ma la scadenza cambia in base alle diverse formulazioni e a come vengono conservati. I prodotti anidri, cioè privi di acqua e perciò di possibili contaminazioni batteriche, come fard e ombretti durano a lungo. Sono invece più delicati quelli che contengono acqua, anche in percentuali minime. La contengono fondotinta, rossetti e mascara che perciò possono alterarsi e avere una durata inferiore ai trenta mesi, una volta aperti per la prima volta.

PAO ‘periodo dopo l’apertura’, impresso sulle etichette, indica la durata in mesi del prodotto dal momento dell’apertura e vale se conservato in modo corretto

Perciò è indispensabile dare un’occhiata alle informazioni riportate sulle confezioni e individuare un piccolo simbolo a forma di vasetto aperto che si trova su tutte le confezioni. Affianco al simbolo è riportato il numero di mesi in cui il prodotto mantiene inalterate le sue caratteristiche di efficacia e sicurezza dopo la prima apertura, se ben conservato dalla proprietaria.

Va bene la durata standard, ma le nostre abitudini influenzano la durata del makeup?

Sul comportamento delle consumatrici nei confronti del proprio beauty case vengono in aiuto curiosi ed emblematici studi. Una ricerca brasiliana, condotta negli ultimi anni su una cinquantina di studentesse universitarie, dimostrò che il 97.9 % aveva usato trucchi oltre la data di scadenza impressa sulle etichette, in particolare il mascara che, fra tutti, è il più soggetto alle contaminazioni batteriche. L’analisi rivelò infatti la presenza di batteri in oltre l‘80% dei mascara analizzati. “Le donne continuano ad usare il make-up scaduto che può però essere soggetto ad una contaminazione di microorganismi patogeni”, precisano i ricercatori sull’International Journal of Cosmetic Science. Stessi risultati quelli ottenuti dai ricercatori della Aston University il dicembre scorso: dal 70 al 90 per cento dei 496 prodotti da trucco analizzati (96 lipsticks, 92 eyeliners, 93 mascara, 107 gloss per labbra e 79 spugnette da trucco) è risultato contaminato da batteri.

La durata del maquillage dipende anche da come viene conservato in casa, sul mobile del bagno, nel beautycase o in borsetta.

Se i trucchi non vengono chiusi completamente dopo l’uso o si lasciano senza coperchio, oppure sono esposti ai raggi del sole (inclusi quelli che passano dalla finestra e illuminano il beauty case pieno di trucchi per ore) è a rischio la loro stabilità. Teniamo anche conto che il trucco tocca zone delicatissime del viso, inclusi gli occhi. Lasciando i cosmetici in zone con  temperature troppo elevate, come ad esempio sotto il sole, o aperti troppo tempo, si possono alterare.

I prodotti scaduti (qualche volta) si riconoscono:

Capita di avere qualche segnale che qualcosa non va nei prodotti che stiamo scegliendo. Ad esempio nei fondotinta e nelle BB cream la parte oleosa si può separare dal resto del prodotto, o un rossetto o un mascara non avere più un buon odore. Questi sono tutti segnali che devono insospettire perché indicano che qualcosa non va, ad esempio che è in corso un processo di irrancidimento. Date quindi retta ai vostri occhi e al vostro olfatto.

Come conservare e disinfettare efficacemente pennellini e spugnette per il trucco lo indica invece l’American Academy of dermatology (AAD) che in una review dedicata ai rischi di contaminazione batterica del maquillage precisa:

“Residui, sporco e sostanze grasse sono spesso presenti fra le setole dei pennelli e nella trama di spugne e salviette. Sono il terreno di coltura ideale i batteri che facilitano la comparsa di acne ed eruzioni cutanee. I pennelli sporchi possono irritare la pelle e provocare infezioni fungine e batteriche, anche da Escherichia Coli e Stafilococco, questo ultimo da non sottovalutare. In un momento in cui le infezioni della pelle sono in aumento, non condividete i pennelli con gli altri e lavateli spesso”. Come pulire gli strumenti da trucco è riportato nel decalogo.

DECALOGO TRUCCO PERFETTO

(fonte American Academy of Dermatology)

1. Lavare le mani con acqua e sapone prima di truccarsi e struccarsi.
2. Per prelevare ed applicare il trucco servirsi di spatoline, spugne e pennelli. Evitare di toccare le emulsioni direttamente con le dita.
3. Chiudere ermeticamente e con attenzione i prodotti appena usati. Avvitare bene il tappo di rossetti, fondotinta liquidi e lipstick pulendo i residui che restano sul collo esterno del contenitore con una salvietta asciutta.
4. Non fare entrare acqua nei dispenser, nei vasetti e nei tubetti.
5. Non prestare i trucchi e gli applicatori ad altre persone. Batteri, cellule morte della pelle e sostanze grasse possono contaminarli. In casa ad ognuno il proprio set da trucco.
6. Pulire e disinfettare con regolarità i beauty case e i cestini in cui si conservano i prodotti e i pennelli per il trucco.
7. Gli strumenti per il trucco vanno lavati ogni 7-10 giorni.
8. Dopo il makeup quotidiano risciacqua solo le punte dei pennelli con acqua tiepida e falli asciugare all’aria.
9. Per la detersione settimanale di pennellini e spugnette riempi una ciotola con acqua tiepida e aggiungi un cucchiaio di shampoo delicato. Immergi le spugnette e la punta dei pennelli, formando la schiuma. Risciacquare spugne e punte dei pennelli sotto acqua corrente. Le spugne gommate si possono anche lavare nel microonde immerse in acqua e sapone (effetto lavatrice)
10. Asciuga l’umidità in eccesso con un tovagliolo di carta pulito e asciutto. Lascia asciugare all’aria.

Ne ho scritto anche su La Repubblica