Roma, 11 gen – Trattamento estetico collaudato e usato da tempo, la microdermoabrasione con microaghi potrebbe nascondere delle insidie. Lo segnala il Public Health England del governo inglese a seguito di una serie di segnalazioni di ferite provocate dai cilindri di aghi che scorrono sulla pelle per la microdermoabrasione, metodica sempre più usata nei centri estetici e dai chirurghi.

L’apparecchio è composto da un rullo, dotato di microaghi, che scorre sulla pelle facendo delle minuscole punture che sembra stimolino il derma della pelle a creare nuovi e giovani fibroblasti tanto da rassodare e uniformare la superficie cutanea, ringiovanendola. Il metodo è diffuso sia nei centri estetici che negli ambulatori dermatologici.

Scrivono ora gli esperti dell’ufficio di salute pubblica a ambientale: “Gli aghi possono provocare sanguinamento e la fuoriuscita di liquido sieroso e perciò potrebbe esservi il rischio di trasmissione di virus a carico del sangue (il virus dell’epatite B, virus dell’epatite C, e l’HIV) per contaminazione ”.

A rischio non sarebbero i pazienti che si fanno fare i trattamenti con rulli e microaghi ‘usa e getta’ ma gli operatori dei centri estetici che potrebbero pungersi e infettarsi mentre smontano i macchinari dopo averli utilizzati fra un cliente e l’altro. E’ accaduto infatti che 3 operatori di alcuni ambulatori estetici dell’Inghilterra del Nord, tra marzo e maggio del 2016, si siano feriti mentre stavano smontando gli apparecchi usati e quindi sporchi di residui ematici. Tutti gli operatori usavano la stessa marca di macchinario e, fortunatamente, sono poi risultati negativi al test dei virus ma l’ufficio di Salute Pubblica e ambientale ha avviato una procedura di controllo della ditta produttrice dei macchinari  affinché elimini il rischio. L’ufficio governativo invita ditta e operatori ad una maggiore prudenza e controllo.

La notizia è rimbalzata sui principali quotidiani inglesi, come il Telegraph, riaprendo un dibattito senza fine sull’uso di questi macchinari, che in Inghilterra non sono regolamentati come dispositivi medici e non sono soggetti a limiti.

Sul Telegraph, Rajiv Grover, ex presidente della British Association of Aesthetic Plastic Surgeons, ha dichiarato: “Solo perché un trattamento non è chirurgico non significa che non sia un atto medico. L’uso di aghi necessiterebbe un controllo medico costante e l’uso destinato solo a specialisti formati su complicanze e rischi”.

Nessun allarmismo è voluto da parte mia  nel riportare questa notizia, ma un invito caloroso ad una maggiore prudenza sì  e da parte di tutti quando si tratta di maneggiare dispositivi a carattere medico/chirurgico,  anche quando si tratta di estetica.

Public Health ne da conto nel report che potete visionare qui:

https://www.gov.uk/government/publications/health-protection-report-volume-11-2017/hpr-volume-11-issue-1-news-6-january