Usiamo più creme di protezione solare, ed è una buona notizia. Usiamo gli scarti delle creme dello scorso anno, e la notizia diventa così così. Chi non lo ha fatto?
Se apro l’anta del mio armadietto…eccoli là gli avanzi. Buttarli sembra brutto e delle volte ne avanza molta…fra spray, creme, stick miei e di mia figlia….
Che fare? Usare o no gli avanzi delle scorse vacanze?
Quanto durano i filtri protettivi?
Una curiosa indagine, condotta dal dipartimento Consumer & market insight de L’Oreal Italia su dati Ipsos (Suncare usage & attitude e Beauty track, campione complessivo di oltre 7.000 consumatori italiani, 50% donne e 50% uomini) svela che, seppure sia aumentata la consapevolezza dei rischi dei raggi ultravioletti e che l’uso di schermi solari protettivi sia in costante aumento, gli italiani tendono ad usare le creme e le lozioni schermanti avanzate dall’estate scorsa. Lo fa, (come me..) l’ 85 % dei consumatori italiani.
I prodotti solari aperti da oltre 12 mesi però possono essere meno efficaci. Io li controllo, li annuso (il rancido si sente naso), li agito un po e li verso…spesso sono ‘scomposti’ in acqua e parte oliosa/grassa…come regolarsi?
Ecco le indicazioni in 11 step
- Se conservati correttamente si possono usare ma solo se nei mesi invernali sono rimasti nella confezione originale, sono integri, ben chiusi e conservati in un luogo fresco. In linea di principio i filtri anti UV inseriti nelle formule calano di potenza dopo 6/9 mesi dall’apertura.
- Anche gli eccipienti potrebbero essere alterati e capita sovente che nel versare il prodotto vecchio sulla mano si noti una parte più densa ed una acquosa, segnali evidenti di alterazione della lozione.
- Uno schermo protettivo che ha già passato la scorsa estate sotto il solleone, magari lasciato aperto o non chiuso ermeticamente e con qualche traccia di sabbia, non va assolutamente riutilizzato nelle vacanze successive.
- I prodotti vecchi e già avviati non garantiscono più i livelli di protezione dichiarati sulle etichette e i componenti possono essere alterati.
- Una volta sulla pelle le creme già aperte da un anno possono divenire fotosensibilizzanti e fare più male che bene, scatenando allergie e irritazioni.
- Più di tutto è il calore ad alterare col tempo i prodotti schermanti che andrebbero sempre tenuti all’ombra e richiusi con cura dopo l’impiego.
- Prima di una alterazione delle capacità filtranti dei prodotti si possono alterare le caratteristiche organolettiche come l’odore, il colore e la consistenza.
- Quali i prodotti solari che invecchiano prima una volta aperti? Le acque schermanti che non durano oltre i 9 mesi dal primo uso. Creme e oli sono invece garantiti per un anno o per 18 mesi, se ben conservati ma le emulsioni, costituite da una fase acquosa ed una grassa, possono alterarsi e separarsi. Gli oli sono meno problematici perché sono più stabili ma possono ossidarsi e irrancidire, se lasciati aperti. Gli stick anidri non hanno acqua e durano di più.
- Come si riconosce uno schermo solare alterato e perciò scaduto? Gli indicatori sono, come dicevo prima, la ‘separazione’ di una crema in parti acquose e parti più dense, oppure la comparsa di cattivo odore di rancido o di un’alterazione del colore che tende al giallastro o presenta delle striature.
- Una volta finita l’estate, che si fa con gli schermi solari avanzati? Non usateli al posto della crema idratante da giorno perché la dose di filtri chimici e fisici dei filtri è diversa dai filtri contenuti nelle creme idratanti. Gli schermi anti UV vanno lavati via con cura appena finito di prendere il sole.
- Quanto durano gli schermi solari? Per legge sulle etichette è indicata la durata in mesi dal momento dell’apertura. Alcune case specializzate in protezione solare garantiscono una durata anche fino a 18 mesi.
L’ho scritto anche su La Repubblica di oggi